closeAttenzione: Questo articolo/post è stato scritto 16 anni 7 giorni fa!

Tutto scorre, tutto cambia, molto probabilmente non sono più la stessa persona di allora. Smile

I teletubbies, quegli strani esserini che nonstante l’evidente lobotomia a cui sono stati sottoposti appena nati continuano ad affascinare i cuccioli di uomo di mezzo occidente, sono in realtà degli infiltrati del mondo gay; sono stati mandati dalla sinarchia omosessuale che vuole comandare il mondo per traviare i nostri figli minandone lo sviluppo sessuale…

Ovviamente, sto scherzando e facendo un’iperbole; ma in Rete si leggono pareri su Tinky Winky (il personaggio sulla sinistra in foto) piuttosto allucinanti; è stato tacciato di essere un cattivo esempio per i ragazzi, perché che sia gay, dicono i detrattori, è fuori discussione: è inseparabile dalla borsetta anche se ha una voce maschile. Il reverendo Falwell della Liberty University a Lynchburg (Virginia) ha fatto notare in un articolo che :

Tinky Winky «è viola, come il colore dei gay pride, e la sua antenna è a triangolo proprio come il simbolo del gay-pride».

Non mi va di stabilire qui se sia vero o meno che gli odiosi teletubbies sono gay o meno. Piuttosto mi sembra d’obbligo far notare che si cerca di censurare un cartone animato non perchè particolarmente stupido o violento; la ratio della censura (se mai ratio e censura possono coesistere) sta nell’omosessualità presunta o simbolica di uno dei personaggi!

La xenofobia è la paura del diverso, dell’alterità; è la paura in fondo di quello che non si conosce. Di quello che non si è, non si vuole essere e non si vuole diventare. I teletubbies sarebbero in questo senso degli agenti patogeni, portatori sani del virus omosex.

Certo, se un manga è troppo violento lo si definisce eccessivo, ma in fondo la violenza è naturale. Stesso dicasi se un cartone è troppo stupido o frivolo. Se però un cartone animato è anche soltanto sospettato di essere in qualche modo ambiguo…la xenofobia si manifesta in tutto il proprio orrore, in tutta la sua ignoranza.

 

Fonti: