
Tutto scorre, tutto cambia, molto probabilmente non sono più la stessa persona di allora.

Il Maestro zen Tao Chi una volta scrisse:
Spezza i vincoli dell’amore ordinario,
trova il tesoro e diventa immortale.
La vera rinuncia è comprendere che i sensi sono intrinsecamente puri
e che siamo l’immagine dell’universo.
Raggiungete l’illuminazione e sarete liberi dall’oceano delle passioni illusorie.
Stabilitevi nella meditazione e trascenderete le barriere della vita e della morte.
Il rispetto dei re e la virtù del Buddha saranno vostri
se sboccerete come un fiore di loto tra le fiamme divampanti
L’imperatore provò ad invitarlo al suo palazzo, ma Tao-Chi si nascose per non farsi trovare. Poi alla domanda di dove si fosse nascosto rispose “A bere nelle bettole e dormire nei bordelli: è lì che pratico meglio, non a palazzo”. Questi furono i suoi versi sul letto di morte:
Per sessant’anni ho fatto baldoria nella confusione
sbattendo la testa contro barriere a est e a ovest.
Ora tutto si è riunito ed è tornato alla sorgente,
l’acqua scorre sotto il cielo smeraldo.
Come dice un vecchio proverbio giapponese, “un uomo che non sia mai stato stregato dal sorriso di una donna è un buddha di legno, di metallo o di pietra”.
Erano mesi che non scrivevo; mesi che non avevo più voglia né motivo di scrivere. Ma una campana tibetana, il sole isterico di Marzo e un buon libro mi ricordano che è quasi Primavera.
Testi presi dal libro di John Stevens, Il gioiello nel loto: desiderio sessuale e illuminazione nel buddhismo. Ubaldini editore, Roma