
Tutto scorre, tutto cambia, molto probabilmente non sono più la stessa persona di allora.

Miyamoto Musashi, un genio della spada nel Giappone del 1600.
Yoshino, una geisha decisamente molto sensibile.
L’estratto che riporto racconta la notte in cui Musashi si prepara ad affrontare, da solo, cinquanta cadetti della scuola Yoshioka di spada che lo hanno sfidato a morte per questioni d’onore. Da solo contro cinquanta. E’ un fatto storico, non una leggenda; eppure, Musashi ha vinto.
E qui Yoshino, una semplice geisha, schiude e racconta l’animo umano al suo samurai…
<< […] il liuto può produrre un’infinità di suoni. Fin da quando ero apprendista questo mi lasciava perplessa. Alla fine, ruppi un liuto, per vedere com’era fatto dentro. Tentai poi di fabbricarne uno da me. Provai e riprovai, e finalmente comprsi che il segreto del liuto è nel suo cuore.>>
Si alzò e andò a prendere lo strumento nella stanza attigua. Quindi, tenendolo per il collo, e afferrato un coltello nell’latra esile mano, ne squarciò destramente il dorso a foggia di pera. Vibrò tre o quattro colpi, così netti e decisi, che Musashi a momenti s’aspettava di veder sprizzare sangue dallo strumento. Provò persino un fremito di dolore, come se la lama avesse trinciato la sua carne. Posato il coltello Yoshino resse il liuto in modo da mostrargliene la struttura interna.
Lui guardava ora il liuto squarciato ora il volto di lei, e si chiedeva s’ella possedesse, veramente, quell’istinto di violenza cui sembrava aver dato testè sfogo.
<< Come vedi, l’interno del liuto è quasi completamente vuoto >> ella disse. << Tutte le variazioni sono date da questa singola traversa che sta presso il centro. Quest’unico pezzo di legno costituisce l’ossatura del liuto, i suoi organi vitali, il suo cuore. Fosse dritto e rigido, i suoni sarebbero monotoni. Invece ha una forma ricurva. Ciò di per sé non basterebbe tuttavia a creare l’infinita varietò di toni. Essa è dovuta al fatto che alla traversa si lascia una certa deriva, per vibrare all’una o all’altra estremità. Per dirla altrimenti, la ricchezza tonale proviene da una certa libertà di movimento, da una certa rilassatezza, alle estremità del fulcro. Ebbene, con la gente è lo stesso. Nella vita, bisogna essere flessibili. Il nostro spirito dev’essere in grado di muoversi liberamente. A esser rigidi si rischia di spezzarsi, e non si reagisce nel modo migliore.>>
Lui non staccava gli occhi dal liuto, né dischiudeva le labbra.
<< Questo dovrebbe essere ovvio a chiunque>> ella seguitò. << Con un solo colpo di plettro, posso far risuonare le quattro corde del liuto come una lancia, come una spada, come una nuvola che si squarcia, grazie al fine equilibrio fra fermezza e flessibilità nel suo fulcro di legno. Stasera quando ti ho visto, non sono riuscito a scorgere alcuna traccia di flessibilità in te, solo rigidità. Se la traversa del liuto fosse tesa e inflessibile come sei tu, un sol colpo di plettro spezzerebbe le corde. Sarò presuntuosa, a parlare così, ma questo ti dico perchè mi preoccupi. Non scherzo né mi burlo di te. Lo capisci, questo?>>
tratto da Musashi, di Eiji Yoshikawa, pag. 441-442
Neanche io scherzo. Un solo colpo di plettro, capisci?
PS Questo post è la continuazione ideale de Il guerriero morbido, pubblicato qualche tempo fa …
molto bello come racconto,sn rimasta affascinata da i protagonisti,ke erano tutti molto determinati…….ciao da keira