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Tutto scorre, tutto cambia, molto probabilmente non sono più la stessa persona di allora. Smile

Portici ha un porticciolo piccolo piccolo, il porto dei re, l’attraccabarche della reggia; puzza di pesce catrame & munnezza, canne, maniate e amori fugaci. E’ stupendo.

Al porto di Portici sono andato a far foto; foto al paesaggio, al pastore tedesco ufficiale di una barca, ai gabbiani; la foto più bella l’ho rubata controluce a una sconosciuta addormentata al tramonto.

L’ho conosciuta, occhi azzurro mare, capelli rossi corti, psicologa, suona il didjeridoo e le piace l’arancione. L’arancione fuoco del tramonto. Dei monaci shaolin.

Mi chiedono perchè perdo tempo con la fotografìa reflex; esistono le digitali, comodecompatteconomiche. La reflex per me è il ricordo della mia mano che tremava quando presi la prima volta la macchina di mio padre. Mio Padre. E’ la tecnica di respirazione circolare, quella del kyudo, del tiro con l’arco, inspira quando carichi, espira quando scatti. E’ la pelle di donne sconosciute e bellissime spiate attraverso un obiettivo per 5 minuti. E spiarle mentre diventano rosse, rosse, rosse, imbarazzate ma felici, per 5 minuti felici, felici ed orgogliose, rigogliose di bellezza. Pura. Non saprò fare ritratti, ma posso sentire il sapore delle labra quando faccio una macro, il calore delle guancie arrossite d’un primo piano. La mia fotografìa è il rumore dello scatto, del diaframma, è il riflettere d’attimi interminabili prima di scegliere l’inquadratura. E’ il tempo necessario a fermare il tempo.

Oggi ho conosciuto una sconosciuta al porto, grazie al mio cane, a una reflex, un 50mm e delle lenti macro. E sono rimasto più impressionato io che la pellicola.